mercoledì 16 aprile 2014

Trieste Pro Patria scende in strada!


1 MAGGIO 2014

1 MAGGIO TRICOLORE PER RICORDARE CHE QUESTO NON E' NE' UN GIORNO DI "FESTA" NE' TANTO MENO "DEL LAVORO", LAVORO CHE OGGI MANCA DRAMMATICAMENTE PER LE SCELLERATE POLITICHE DEI GOVERNI CHE SI SONO AVVICENDATI NEGLI ULTIMI 30 ANNI, AI QUALI RICORDIAMO L'ART. 1 DELLA COSTITUZIONE:
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

1 MAGGIO TRICOLORE PERCHE' SIAMO STUFI DI BANDIERE DI PARTE PER QUELLA CHE DOVREBBE ESSERE UNA RICORRENZA PER TUTTI GLI ITALIANI CHE HANNO COME UNICA BANDIERA, COME SI EVINCE DAL'ART. 12 DELLA COSTITUZIONE:
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

1 MAGGIO TRICOLORE PER RICORDARE AGLI SMEMORATI CHE IN QUESTA DATA, ANNO 1945, INCOMINCIAVANO I 40 GIORNI DI OCCUPAZIONE DELLE BANDE JUGOSLAVE DI TITO, CHE LASCIAVANO A TRIESTE UN TRAGICO RICORDO DI PERSONE SPARITE, UCCISE, TORTURATE ED INFOIBATE CHE I NOSTALGICI DELLA STELLA ROSSA SULLA BUSTINA, APPROFITTANDO MESCHINAMENTE DI QUESTA RICORRENZA, CELEBRANO TIRANDO FUORI DAGLI ARMADI I LORO SQUALLIDI VESSILLI DA RIPROPORRE COME SIMBOLO DI MORTE E DI SOPRAFFAZIONE SUI CITTADINI ITALIANI DI TRIESTE E NON SOLO.


PER TUTTI QUESTI MOTIVI INVITIAMO LA CITTADINANZA A SCEGLIERE UN PRIMO MAGGIO ALTERNATIVO, IL PRIMO MAGGIO TRICOLORE DI TRIESTE PRO PATRIA.

venerdì 11 aprile 2014

Sovranità e dintorni

Il Tribunale di Trieste
Il 19 e 20 marzo si sono svolte due udienze sulla cosiddetta “Questione di Trieste”, la prima presso il Tribunale di Trieste, (causa intentata da Roberto Giurastante nei confronti del giornalista veneto Gandi), la seconda presso il Consiglio di Stato di Roma (ricorso proposto dallo stesso Giurastante e da svariati aderenti al Movimento Trieste Libera per l'annullamento delle elezioni regionali del 2013). Entrambi i pronunciamenti hanno confermato la sussistenza della sovranità italiana su Trieste, rigettando le motivazioni proposte dai legali di Giurastante; va detto che, al momento, è difficile commentare entrambe, in quanto il testo completo delle motivazioni non è ancora disponibile. Eppure, proprio sull’ordinanza del 19 la fazione indipendentista triestina ha già iniziato a tirare le sue conclusioni, in buona parte incredibilmente, trionfali. Trieste Libera afferma di aver addirittura “messo alle strette la magistratura italiana”, in quanto il giudice, a differenza di precedenti ordinanze e sentenze, avrebbe ammesso che non fu il Memorandum di Londra a chiudere la “questione Trieste” e sarebbe stato costretto ad appellarsi al Trattato di Osimo per sostenere il ripristino della sovranità italiana su Trieste.
Va precisato che da decenni gli studiosi qualificati si dividono tra chi sostiene che la sovranità italiana su Trieste non sarebbe mai cessata (vista la mancata entrata in vigore del Governatore, dello statuto Permanente e dei vari organi di governo previsti per il TLT), chi sostiene che la sovranità sia invece cessata il 15/9/1947 come previsto dal Trattato di Pace ma poi sia stata ripristinata con il Memorandum di Londra (1954), infine chi sostiene il ripristino solo a partire dalla ratifica del Trattato di Osimo (1977). In realtà, comunque, è facilmente verificabile che questa non è stata affatto la prima sentenza o ordinanza a sostenere che la conclusione definitiva della questione di Trieste sia avvenuta a Osimo nel ‘75 e non a Londra nel ‘54. In tal senso, infatti, si erano già espressi vari organi giudiziari, tra cui il TAR del Lazio con sentenza n. 2677/2009 ed il Consiglio di Stato con sentenza n. 2780/2012. Il fatto che sia stato l’accordo di Osimo a consolidare formalmente la sovranità italiana su Trieste e jugoslava sull’Istria nord occidentale (già esercitate di fatto dal 1954) è stato ribadito anche da diversi esperti competenti in materia, come ad esempio il prof. Sergio Bartole ed il prof. Stefano Amadeo.
Pertanto, pur ricordando che prima di esprimersi sarebbe corretto avere a disposizione le motivazioni integrali dell'ordinanza del 19 marzo, non si vede proprio quale incredibile svolta possa scaturire da tale pronunciamento, che tra l'altro ha respinto le istanze del Presidente di MTL, giudicando il Tribunale di Trieste pienamente competente a trattare la causa in questione.
Discutere su quando sia stata ripristinata la sovranità su Trieste è una questione puramente accademica, anche considerando che, in ogni caso, i triestini hanno sempre mantenuto la cittadinanza italiana, prima e dopo il Memorandum di Londra, con tutti i connessi diritti e doveri. E' infatti clamorosamente errato il richiamo che viene fatto dagli indipendentisti alla presunta cittadinanza del TLT, di cui i triestini sarebbero stati privati per vedersi imporre quella italiana, concetto più volte gridato ai quattro venti con grande enfasi. In verità, è indiscutibile e palese come la cittadinanza triestina non sia mai entrata in vigore e questo per espressa previsione del Trattato di pace, che all'art. 21 comma 4 esclude il TLT dai “territori ceduti” dall’Italia ad altri stati, i cui residenti avrebbero immediatamente perso la cittadinanza italiana all’entrata in vigore del Trattato (15/9/1947). Invece, la previsione della cittadinanza del Territorio Libero è contenuta solo nello statuto Permanente (Allegato VI art. 6), così come il meccanismo delle opzioni per chi avesse voluto riottenere quella italiana; pertanto, la cittadinanza triestina sarebbe entrata in vigore solo assieme allo Statuto Permanente stesso, cosa mai avvenuta, come ben noto.

La stipula del Trattato di Osimo
Pertanto, dire che l'Italia abbia imposto ai triestini la cittadinanza italiana dopo il Memorandum, contro la loro volontà, è una clamorosa panzana. Infine, molti odierni indipendentisti si illudono che sarà molto facile dimostrare addirittura la nullità del Trattato di Osimo perché si tratterebbe di “un accordo bilaterale che le stesse Nazioni Unite, nel 1987, integrarono con una “pagina zero”, nella quale si dichiara che l’accordo non può in alcun modo superare o abrogare il Trattato di Pace di Parigi oppure il Memorandum di Londra”. Ribadiamo ancora una volta come la Convenzione di Vienna del 1969, recependo principi consuetudinari già consolidati nel diritto internazionale, preveda espressamente (agli artt. 30 e 41) che un trattato multilaterale possa essere modificato da un successivo trattato stipulato solo da alcuni degli stati firmatari del primo, stabilendo delle condizioni pienamente rispettate nel caso in esame. A conferma di un tanto, vi è che dopo la stipula del Trattato e dopo la registrazione all'ONU nessuno degli stati firmatari del Trattato di Pace né altri soggetti internazionali hanno mai manifestato alcuna perplessità. La questione della presunta e cosiddetta “pagina zero” è una clamorosa bufala, che abbiamo già smascherato e spiegato in maniera approfondita nel precedente articolo cui rimandiamo:

Si tratta infatti di una formula standard posta sulle raccolte dei trattati registrati presso l'ONU e riferita a tutti i trattati registrati, come si può verificare sul sito istituzionale dell'Organizzazione stessa. Inoltre, basta leggere detta pagina per capire che essa è generale e non si riferisce specificamente al Trattato di Osimo, come non cita neanche indirettamente il Trattato di Pace o il Memorandum di Londra.
Concludiamo precisando che, ovviamente, ognuno può legittimamente restare della sua idea rispetto alla sua identità nazionale, rispetto alla storia ed al futuro di Trieste, ma sarebbe opportuno che si evitasse di illudere tanta gente con argomentazioni inconsistenti e facilmente smentibili.