martedì 28 aprile 2015

Trieste Pro Patria al fianco dei lavoratori Alcatel di Trieste.



Trieste Pro Patria al fianco dei lavoratori Alcatel di Trieste. Di seguito il testo del volantino distribuito stamane ai lavoratori dell'insediamento triestino in possibile dismissione.

AL VOSTRO FIANCO!

A seguito delle notizie trapelate in merito alla possibile cessione di Alcatel Lucent con relativa dismissione e/ o svendita dello stabilimento triestino a realtà multinazionali pronte a delocalizzare altrove i propri siti produttivi, Trieste Pro Patria solidarizza con l'intero personale della suddetta azienda. Il caso - Alcatel-Lucent è il risultato dell’incapacità gestionale che caratterizza l’intera classe politica, sia locale sia nazionale. Le politiche governative e le direttive europee che ne determinano gli indirizzi, anziché difendere le realtà produttive insediate sul territorio, permettono alle società multinazionali di operare deliberatamente senza alcun tipo di controllo, senza rispetto nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie. Denunciamo con forza la mancanza di Sovranità dello Stato italiano che dovrebbe adoperarsi per favorire la crescita economica, prescindendo dagli interessi spudorati di società multinazionali i cui unici obiettivi sono la compressione salariale e l’erosione dei diritti dei lavoratori. Ci opponiamo pertanto a queste politiche economiche, che ignorano completamente la storia, le tradizioni e gli interessi della città e della sua popolazione; annientano le economie locali impoverendone l’intero tessuto sociale. Ribadiamo la necessità di riappropiarci della Sovranità nazionale e auspichiamo uno Stato che tuteli il suo Popolo ergendosi al di sopra degli interessi economici privati. Siamo al vostro fianco e al fianco di tutti i lavoratori che subiscono la follia di questo sistema economico.
Il primo maggio saremo in Piazza Sant’Antonio dalle 9 alle 13 per trascorrere assieme la festa dei lavoratori e per riflettere sui veri problemi che attanagliano la nostra Società civile (neoliberismo, globalizzazione e delocalizzazioni).
Trieste Pro Patria

lunedì 27 aprile 2015

DALLA MEMORIA AL FUTURO: PRIMO MAGGIO TRICOLORE

Il primo maggio è da molti anni una data particolare per la città di Trieste, dove le tradizionali istanze legate al mondo del lavoro si intersecano con l’anniversario della tragica occupazione da parte delle truppe di Tito.
Settant’anni fa iniziavano i famigerati “40 giorni” per Trieste e Gorizia, ma cominciava anche la definitiva occupazione, poi divenuta cessione, di buona parte della Venezia Giulia. Un periodo buio della nostra storia, caratterizzato da sommarie uccisioni, deportazioni, intimidazioni indiscriminate, fatti storici ormai acclarati che ancora oggi qualcuno si ostina a negare o minimizzare, anche parlando di “liberazione” di Trieste da parte del IX Korpus jugoslavo. Ogni anno purtroppo i più fanatici nostalgici di Tito approfittano della ricorrenza dei lavoratori per celebrare invece quella nefasta occupazione, ostentandone i simboli in una grottesca parata dell’orrore.
Trieste Pro Patria ha deciso ancora una volta di scendere in piazza per non rimanere impassibile di fronte all’inutile e logora sfilata tradizionale, che da un lato permette a qualcuno di sfilare con bandiere jugoslave, bustine titoiste e tricolori lordati dalla stella rossa, dall’altro non riesce a denunciare con forza i veri problemi che oggi attanagliano il mondo del lavoro e le precise responsabilità di chi gestisce il potere politico-economico.
Anche per questo, nel suo mobilitarsi, Trieste Pro Patria non si limita a ricordare il passato, ma si fa promotrice di una campagna di sensibilizzazione sulle reali cause dell’attuale crisi occupazionale e invita a riflettere su quali possano essere le concrete soluzioni per dare un futuro dignitoso all’Italia.

Le proposte di Trieste Pro Patria

SI
A uno Stato che si erge al di sopra del mercato, dirigendone e disciplinandone il funzionamento;
A uno Stato sovrano e libero di agire nell’interesse dei suoi cittadini;
A controlli più stretti sulle società multinazionali;
Alla spesa pubblica per far ripartire l’Italia (creazione posti di lavoro, infrastrutture, lavori pubblici);
Allo Stato Sociale e alla tutela dei lavoratori.

NO
Alla globalizzazione e al neoliberismo;
All’Unione Europea e ai principi di libera circolazione di merci e capitali;
A un modello economico che svilisce l’essere umano, considerandolo un semplice strumento produttivo;
A chi specula sul lavoro altrui con forme sempre più estreme di precariato che vanno abolite;
All’austerità.