Si
è svolto in Piazza Sant'Antonio l'annunciato presidio “1 maggio
tricolore” di Trieste Pro Patria; questa "contromanifestazione"
è stata voluta per rompere il monopolio di gruppi politici estremi
ed anti nazionali e dei soliti patetici nostalgici titoisti e
jugoslavisti che funestano ogni anno questa ricorrenza con le loro
cadaveriche ed ammuffite divise e bandiere, una ricorrenza che
dovrebbe riguardare esclusivamente il mondo del lavoro e i suoi
problemi. Sullo sfondo delle note dell'inno di Mameli, dello
sventolio dei tricolori e delle bandiere delle Terre d'Istria, Fiume
e Dalmazia, oltre un centinaio di patrioti ha manifestato vivacemente
dalle ore 9 alle 12.30, rivitalizzando la piazza che il 5 maggio 1953
è stata teatro di tragici scontri e luogo di sacrificio per 4
giovani triestini. Va sottolineata la partecipazione eterogenea per
età e collocazione sociale, che ben rappresenta la realtà di
Trieste Pro Patria, animata da lavoratori dipendenti, precari,
piccoli imprenditori, studenti e pensionati.
Alle
ore 11 si è svolto un comizio che ha richiamato l'attenzione sul
fatto che, allo stato attuale, questa non si può affatto definire
una giornata di festa.
Non
può essere la festa del lavoro, vista la disperata situazione in cui
si trova una consistente parte del popolo italiano, stretta tra
disoccupazione e precariato, stanca delle promesse di una classe
politica incapace di dare risposte ai reali problemi della gente.
Non
può essere una festa per Trieste, che non dimentica il tragico 1
maggio del 1945, che vide l'ingresso in città delle truppe di Tito,
le quali approfittarono della falsa veste di liberatrici per aprire
un periodo di terrore, col fine di eliminare chiunque fosse ostacolo
alle mire di annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia.
Nell'affrontare
gli argomenti di attualità, il nostro presidente ha invitato la
classe politica italiana a cambiare decisamente rotta rispetto alle
fallimentari politiche con cui, negli ultimi 30 anni, si è
scelleratamente ceduto la sovranità economica, politica e monetaria
dello stato agli organismi sovranazionali che stanno portando il
paese alla rovina, all'insaputa del popolo italiano che ne ignorava
le tragiche conseguenze e mai è stato consultato. L'oratore ha
quindi ribadito la necessità del recupero della sovranità nazionale
e di tutto quello che essa comprende, dall'indipendenza militare alla
tutela del made in Italy, fino al rifiuto di odiose norme
mortificanti come il MES, il Fiscal Compact e la direttiva
Bolkestein.
Ma
il primo maggio è anche la ricorrenza della tragica invasione titina
della nostra città e di tutta la Venezia Giulia, con le conseguenze
che conosciamo, quali uccisioni, torture, sparizioni, tentativo di
annessione con la pratica del terrore; la ricorrenza di questo evento
viene da sempre ignorata da autorità e stampa locale, come se i
famigerati 40 giorni non fossero mai esistiti. Trieste Pro Patria ha
chiamato quindi a raccolta coloro che non possono identificarsi nelle
sfilate e celebrazioni ufficiali del 1 maggio, un ipocrita carrozzone
che si porta dietro simboli di ideologie che nulla hanno a che vedere
con il mondo dei lavoratori. Trieste Pro Patria è convinta che
bisogna finalmente guardare avanti e pensare ai problemi di oggi, ma
non può rimanere insensibile di fronte a chi, anora oggi, approfitta
della festa del primo maggio per commemorare l'arrivo del IX corpus,
esponendo o sfilando con simboli ed emblemi che alla nostra gente
evocano solo odio e terrore.
Trieste
Pro Patria non dimentica e resterà sempre vigile contro
negazionisti, anti-nazionali, truffaldini, ladri di storia, di
valori... e di denari!
Ancora una volta, la nostra manifestazione si è svolta sotto il solo simbolo del tricolore, l'unica bandiera che può e deve unire la parte sana del popolo italiano, superando ideologie ed appartenenze partitiche.
Ancora una volta, la nostra manifestazione si è svolta sotto il solo simbolo del tricolore, l'unica bandiera che può e deve unire la parte sana del popolo italiano, superando ideologie ed appartenenze partitiche.