E’ parecchio tempo che non rincorriamo gli indipendentisti
triestini nei loro voli pindarici su diritto internazionale e dintorni. Ma non
si può rimanere in silenzio di fronte all’ennesima clamorosa mistificazione
della realtà, che in questi giorni ha acceso molti animi ingenui.
L’associazione Triest NGO ha divulgato un documento
pubblicato dall’ONU, esordendo con un titolo sensazionale: “CLAMOROSO – 23 OTTOBRE 2015 – IL
CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU CONFERMA UFFICIALMENTE L’ESISTENZA DEL TERRITORIO
LIBERO DI TRIESTE, FIRMATO BAN KI-MOON”.
Peccato che, leggendo il documento scritto in inglese (consultabile da chiunque sul sito dell'ONU tramite il link che forniamo a fondo articolo) si
scopre che la nota firmata da Ban Ki Moon non parla affatto di Trieste, bensì
della Palestina. Il Segretario generale, a pagina 1, scrive al Consiglio di
Sicurezza dell’ONU riferendo la richiesta, espressa dal Presidente dello Stato
della Palestina Mahmoud Abbas, di porre lo stesso sotto protezione
internazionale, al fine di garantire protezione al popolo palestinese. Il
Segretario, inoltre, dichiara di allegare alla nota una ricerca contenente una
ricca serie di precedenti storici (“historical precedents”) relativi a regimi
realizzati in passato al fine di fornire varie forme di protezione a
determinati territori ed ai relativi abitanti.
In effetti, da pagina 2, l’allegato descrive brevemente la
storia ed i fondamenti giuridici di 17 territori posti sotto tutela delle
Nazioni Unite dal secondo dopoguerra, o addirittura della Società delle Nazioni
tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Una delle realtà citate è proprio il
“Free Territory of Trieste”, la cui descrizione è riportata interamente al
passato, confermando che l’argomento viene trattato come una fase storica e non
è neanche lontanamente interpretabile come riconoscimento di un odierno status.
Come di consueto, i “TLT nostalgici” si sono immediatamente
scatenati con toni trionfalistici sui social network e non vogliono sentire
ragioni: di fronte a chi contesta loro quanto è veramente scritto, essi
ribattono che il riassunto storico e l’elenco delle fonti giuridiche del TLT
non citano il Trattato di Osimo del 1975, ma si fermano al Memorandum di Londra
del '54. E’ abbastanza evidente che per il contesto e le finalità di questo
documento (che si propone di evidenziare le modalità e le basi giuridiche di
tutela internazionale adottate in passato) non è rilevante il trattato di
Osimo, il quale non fu un elemento giuridico a fondamento del TLT, ma semmai ne
ha sancito la formale e definitiva decadenza, chiudendo gli eventuali dubbi. Teniamo
a ricordare che all’epoca dell’infausto trattato di Osimo tanti triestini ed
istriani giustamente protestarono, ma per la definitiva rinuncia alla zona B,
peraltro non accompagnata dalla tutela dei diritti degli esuli istriani
coinvolti. Nessuno, invece, si sognava di invocare il TLT o di denunciare una
presunta violazione dei trattati internazionali precedenti.
Un altro argomento inconsistente è quello secondo cui il
titolo “Free Territory of Trieste” è accompagnato solo dalla data di inizio
(1947) e non dalla data di fine come in altri dei casi riportati. In verità,
per altri territori descritti in questo allegato è presente solo la data
iniziale, mentre nei casi di Paesi effettivamente ancora sotto tutela dell’ONU
(come il Kosovo) vi è l’anno iniziale con il trattino separatore, ma senza
l’anno finale, segno ben più esplicito che questi casi sono considerati ancora
aperti.
La mistificazione della realtà è ancor più clamorosa per il
fatto che l’organizzazione Triest NGO, nel divulgare il documento (con il proprio logo sullo sfondo, sì da farlo sembrare una notizia in esclusiva) lo presenta
spudoratamente quale un proprio risultato, ottenuto grazie alle varie iniziative
ed in particolare ai ben noti interventi a Ginevra, presso il “Forum delle
minoranze”. Leggendo la nota di Ban Ki Moon, invece, si evince chiaramente che
il motivo della stessa è la richiesta formulata dal Presidente palestinese
rispetto all’esigenza di protezione del suo popolo, mentre Trieste è citata
solo come uno dei tanti precedenti storici.
Trieste Pro Patria mette in evidenza tutto questo, non
potendo tollerare che i triestini vengano ancora presi in giro e distratti dai
problemi reali e da prospettive concrete. La nostra non è affatto una reazione
dettata dalla “paura”, come di certo qualcuno insinuerà. Trieste Pro Patria non
è un partito e nessuno di noi ha posizioni politiche o economiche da difendere.
Se anche l’ONU avesse realmente riconosciuto il TLT nulla cambierebbe nei
nostri ideali, nella nostra identità, nella nostra vocazione ad informare ed a
far ragionare sui problemi reali ed attuali che affliggono il nostro popolo,
sulla voglia di dare un piccolo contributo a costruire un’Italia migliore. In
ogni caso, la nostra avversione alla cattiva gestione politica, morale ed
economica del nostro paese mai potrà sfociare nell’appoggio a soluzioni
utopistiche, localistiche e peggiorative, che volterebbero le spalle ai nostri connazionali
onesti e tradirebbero il sacrificio di tanti nostri predecessori.
TESTO ORIGINALE DAL SITO DELL'ONU:
http://www.securitycouncilreport.org/.../s_2015_809.pdf
TESTO ORIGINALE DAL SITO DELL'ONU:
http://www.securitycouncilreport.org/.../s_2015_809.pdf