Il
19 febbraio siamo nuovamente scesi in piazza per esprimere
solidarietà ai due fucilieri del Battaglione San Marco trattenuti in
India, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone; la manifestazione è
avvenuta coralmente anche a Roma ed in molte altre città italiane,
nel secondo anniversario dell'arresto dei “Marò”. Ci ha fatto
molto piacere constatare la partecipazione di tanta gente, circa 120
persone, che in questo pomeriggio piovoso hanno rischiarato la
quotidianità cittadina con le fiaccole e con la loro passione
patriottica; vanno ringraziati, in particolare, gli esponenti delle
associazioni combattentistiche che si sono uniti ai nostri militanti
e simpatizzanti, in particolare non pochi reduci del Battaglione San
Marco.
La manifestazione è iniziata davanti alla stazione marittima, con la deposizione di una corona sul cippo che ricorda i marinai scomparsi in mare, accanto al monumerno a Nazario Sauro. Il folto gruppo si è poi mosso in corteo attraverso la riva, dietro lo striscione IO STO CON I MAR0', raggiungendo piazza Unità d'Italia e percorrendo poi il molo Audace. Sulla sua estremità, davanti alla solenne bitta che celebra l'arrivo delle truppe italiane a Trieste il 3 novembre 1918, si è tenuto il discorso conclusivo del presidente di Trieste Pro Patria. Ancora una volta, sfilare assieme per le strade di Trieste ci ha dato una forte emozione, oltre che accrescere in noi la consapevolezza dell'importante causa che portiamo avanti.
Dimostrare vicinanza a Latorre, Girone ed alle loro famiglie è prima di tutto un atto di solidarietà, teso a non lasciar soli due uomini che, in ogni caso, stavano svolgendo il proprio lavoro al servizio dello stato italiano il quale ha dato l'impressione di non stare facendo tutto quanto è nelle sue possibilità. In secondo luogo, la nostra manifestazione ha proprio il senso di stimolare i governanti ad un altro atteggiamento in questa vicenda, più deciso ed incisivo. Quello che si reclama non è certo un approccio aggressivo o addirittura bellicoso nei confronti dell'India, bensì un'impostazione più forte, che sappia pretendere il rispetto della giustizia anche mettendo in discussione le relazioni commerciali che legano i due paesi. Troppo spesso, infatti, si ha l'impressione che questa ed altre questioni internazionali siano eccessivamente condizionate ai vari interessi economici. Nessuno nega che la vicenda debba essere chiarita con un'accurata indagine ed un regolare processo, nel rispetto dei due pescatori rimasti uccisi e delle loro famiglie; ciò deve però avvenire nelle opportune sedi internazionali e non nell'attuale contesto indiano, palesemente condizionato dalle dinamiche politiche interne, anche elettorali, ma che soprattutto sta suscitando evidenti e concreti dubbi su come sono state condotte indagini e perizie, sin dall'inizio.
La manifestazione è iniziata davanti alla stazione marittima, con la deposizione di una corona sul cippo che ricorda i marinai scomparsi in mare, accanto al monumerno a Nazario Sauro. Il folto gruppo si è poi mosso in corteo attraverso la riva, dietro lo striscione IO STO CON I MAR0', raggiungendo piazza Unità d'Italia e percorrendo poi il molo Audace. Sulla sua estremità, davanti alla solenne bitta che celebra l'arrivo delle truppe italiane a Trieste il 3 novembre 1918, si è tenuto il discorso conclusivo del presidente di Trieste Pro Patria. Ancora una volta, sfilare assieme per le strade di Trieste ci ha dato una forte emozione, oltre che accrescere in noi la consapevolezza dell'importante causa che portiamo avanti.
Dimostrare vicinanza a Latorre, Girone ed alle loro famiglie è prima di tutto un atto di solidarietà, teso a non lasciar soli due uomini che, in ogni caso, stavano svolgendo il proprio lavoro al servizio dello stato italiano il quale ha dato l'impressione di non stare facendo tutto quanto è nelle sue possibilità. In secondo luogo, la nostra manifestazione ha proprio il senso di stimolare i governanti ad un altro atteggiamento in questa vicenda, più deciso ed incisivo. Quello che si reclama non è certo un approccio aggressivo o addirittura bellicoso nei confronti dell'India, bensì un'impostazione più forte, che sappia pretendere il rispetto della giustizia anche mettendo in discussione le relazioni commerciali che legano i due paesi. Troppo spesso, infatti, si ha l'impressione che questa ed altre questioni internazionali siano eccessivamente condizionate ai vari interessi economici. Nessuno nega che la vicenda debba essere chiarita con un'accurata indagine ed un regolare processo, nel rispetto dei due pescatori rimasti uccisi e delle loro famiglie; ciò deve però avvenire nelle opportune sedi internazionali e non nell'attuale contesto indiano, palesemente condizionato dalle dinamiche politiche interne, anche elettorali, ma che soprattutto sta suscitando evidenti e concreti dubbi su come sono state condotte indagini e perizie, sin dall'inizio.
Con
immenso piacere, abbiamo ricevuto un messaggio di saluto pervenuto
dalle mogli dei due fucilieri, Vania Ardito Girone e Paola Moschetti
La Torre, che è stato letto, a conclusione della manifestazione,
sulla cima del molo audace: “Oggi
per noi è un triste giorno che evoca ricordi che tanto ci
addolorano. Sono passati due anni dall'inizio del nostro calvario. In
questi due anni gesti come il vostro e gente come voi sono stati il
nostro sollievo. Ci rendete fieri di essere italiani portando alti i
valori che Massimiliano e Salvatore ci hanno sempre insegnato. Siamo
certi che il vostro impegno nel tenere sempre alta l'attenzione su
questa brutta vicenda sarà premiato e presto tutti insieme vedremo
la verità e la giustizia trionfare. PER MARE PER TERRAM SAN MARCO.“